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Il trattamento con ferro carbossimaltosio dello scompenso cardiaco induce "reverse remodelling" del ventricolo sinistro
Fonte: Martens et al 10.1093/eurheartj/ehab411.

Il deficit di ferro è comune nello scompenso cardiaco con ridotta frazione d’eiezione (HFrEF) ed è associato a ridotto stato funzionale, scarsa performance fisica e incremento del rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco e di morte cardiovascolare. Il ferro è un essenziale cofattore nelle proteine che partecipano al processo ossidativo e anti-ossidativo. Esso è coinvolto nella fisiopatologia del rimodellamento cardiaco e del cuore scompensato. L’impatto negativo della carenza di ferro è maggiormente pronunciato durante l’esercizio. In condizioni fisiologiche, la contrattilità cardiaca aumenta con l’incremento della frequenza cardiaca. Nello HFrEF con carenza di ferro, la gittata cardiaca aumenta durante l’esercizio, ma in misura inferiore rispetto ai pazienti che non hanno carenza di ferro. Il ferro carbossimaltosio (FCM) è raccomandato dalle linee guida per lo scompenso cardiaco per alleviare i sintomi, per migliorare la capacità di esercizio e la qualità della vita. Recentemente, lo studio AFFIRM-AHF (Study to Compare Ferric Carboxymaltose With Placebo in Patients with Acute Heart Failure and Iron Deficiency) ha anche dimostrato l’impatto benefico del FCM sulla ricorrenza dello scompenso cardiaco. Purtroppo non si conosce molto sull’effetto del FCM sulla funzione cardiaca e sulla struttura. L’ IRON-CRT trial (Effect of Intravenous Ferric Carboxymaltose on...continua a leggere

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