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PSICOLOGIA e SCOMPENSO

Stile di vita, compliance farmacologia, attitudine mentale alla cura...la psicologia può intervenire efficacemente nei pazienti con scompenso cardiaco cronico.

La psicologia applicata al paziente con scompenso cardiaco cronico (SCC) genera numerosi interrogativi sia sul piano riabilitativo che su quello scientifico. I pazienti in questione pongono al team riabilitativo e agli psicologi in particolare, una serie di richieste assistenziali specifiche che li inseriscono in una casistica a parte piuttosto impegnativa, altamente coinvolgente e, sul piano scientifico, estremamente interessante. I pazienti con SCC, anche se seguiti con terapia farmacologica, sono spesso soggetti a periodi di instabilizzazione che richiedono frequenti ospedalizzazioni e pongono diversi problemi sul piano assistenziale ed economico. La loro gestione ospedaliera richiede un approccio multidisciplinare che deve contemplare anche lo psicologo. Il ruolo dello psicologo è quello di individuare e rimuovere i fattori responsabili della mancata aderenza terapeutica e della mancata modificazione degli stili di vita. E’ necessario oltrepassare l’ambito dell’oggettività per entrare in quello della soggettività, dove la patologia diventa malattia. Il protocollo d’intervento, attualmente utilizzato presso la clinica per lo studio e il trattamento dello scompenso cardiaco cronico del Policlinico...continua a leggere

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