Gli attesissimi risultati dello studio ACCORD (Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes Study Group) sono stati finalmente presentati lo scorso marzo all’ultima edizione del congresso dell’American College of Cardiology di Atlanta. E, come in un dejavu, la presentazione ha destato un’ormai abituata delusione da parte degli uditori, perché un altro mega-trial, come diversi simili per dimensione e rilevanza negli ultimi anni, come l’ONTARGET e l’ENHANCE, solo per fare qualche esempio, ha fornito un dato globale di neutralità. In realtà, rileggendo con attenzione lo studio e le sue appendici nella versione reperibile on-line del New England Journal of Medicine, ed interpretandola con occhio clinico, si possono trarre alcune considerazioni interessanti. Quando si parla di prevenzione cardiovascolare con agenti ipolipemizzanti, infatti, si devono in generale valutare diversi aspetti, tutti essenziali: efficacia nel migliorare l’assetto lipidico aterogeno, sicurezza di impiego, efficacia nel ridurre gli eventi cardiovascolari, effetti su marcatori indiretti di rischio cardiovascolare. In seconda battuta si potranno poi fare anche considerazioni di tipo farmaco-economico circa il rapporto costo-beneficio delle nuove terapie proposte.
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ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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