Nello studio ACCORD Lipid, il 17% della popolazione arruolata era caratterizzato dalla presenza di TG ≥204 mg/dL e C-HDL ≤34 mg/dL (dislipidemia aterogena). È plausibile che questa prevalenza rappresenti una sovrastima dal momento che questo gruppo è stato individuato utilizzando un’analisi dei terzili e che lo studio ACCORD ha reclutato pazienti con bassi valori di C-HDL: vi è, infatti, un’associazione significativa tra ridotto C-HDL ed ipertrigliceridemia più volte evidenziata in letteratura. Una stima più conservativa della percentuale di pazienti con diabete di tipo 2, caratterizzati dalla presenza di dislipidemia aterogena, suggerisce percentuali tra il 12% ed il 15%. Nel contesto dell’incremento globale e simil-epidemico dei casi di diabete di tipo 2, obesità viscerale e sindrome metabolica previsto per le prossime decadi, un incremento dei pazienti diabetici caratterizzati dalla presenza di dislipidemia aterogena, come...continua a leggere