In un recente editoriale, Don D. Sin e S. F. Paul Man, hanno riaffermato con forza l'utilità della terapia beta bloccante nel trattamento dello scompenso cardiaco e della cardiopatia ischemica, portando ad un miglioramento della mortalità totale di questi pazienti dell'ordine del 30-40%. Tuttavia, nonostante questi dati, vi è una generale riluttanza a somministrarli a pazienti affetti da BPCO per il timore di indurre riacutizzazioni, broncospasmo e possible insufficienza respiratoria. Non sorprende, quindi, che i grandi studi epidemiologici abbiano evidenziato che meno di un terzo dei pazienti con BPCO ricevevano beta-bloccante anche dopo un evento coronarico acuto. Contrariamente al vecchio dogma che i beta bloccanti sono pericolosi nei pazienti con BPCO ci sono evidenze emergenti della sicurezza, efficacia e tollerabilità dei beta bloccanti anche in questo setting di pazienti (vedi news della...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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