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Nonni scompensati anche nei dati

Al Congresso EUROPACE il dito viene posto sulla piaga dell’assenza di studi nell’anziano scompensato. Oltre gli 85 anni, uno su cinque soffre di insufficienza cardiaca.

Lo scompenso cardiaco nel paziente con età avanzata rappresenta un problema di particolare importanza e di difficile gestione. Il progressivo e rapido incremento dell’incidenza e prevalenza della sindrome legato all’invecchiamento della popolazione ed alla riduzione della mortalità derivante dal miglioramento della gestione di cardiopatie acute, quale, ad esempio, l’infarto miocardico, contribuiscono a rendere più complicato il quadro generale di questa sindrome. Nella popolazione anziana l’incidenza dello scompenso varia dal 2,5 al 4,3% per un età maggiore di 80 anni, mentre la prevalenza è del 9,8% nei pazienti tra i 75 e gli 85 anni e raggiunge il 17.4% per gli ultraottantacinquenni. Nell’anziano lo scompenso si presenta con maggior frequenza nel sesso femminile (>50%), con una eziologia più frequentemente ipertensiva, valvolare e diabetica. Inoltre, nell’anziano, assume particolare importanza lo scompenso a funzione sistolica conservata, responsabile di una percentuale fino al 46% del totale delle ospedalizzazioni. Da numerosi registri per lo scompenso acuto e cronico emerge come l’età sia un pesante fattore predittivo di mortalità, di ospedalizzazione e, soprattutto, di ...continua a leggere

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