La morte cardiaca improvvisa è responsabile di circa il 50% di tutte le morti cardiovascolari e la grande maggioranza dei casi riconosce la genesi coronarica. In alcuni soggetti vi è una storia di angina pectoris o infarto miocardico, ma in una grande percentuale di casi non vi è storia di coronaropatia ma di altri fattori di rischio importanti come l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’ipercolesterolemia. La correzione o la prevenzione di questi fattori determina una sostanziale riduzione della percentuale di morti improvvise. Per quanto riguarda la rilevanza epidemiologica di questo evento fatale, si calcola che solamente negli Stati Uniti si verifichino circa 300.000 morti improvvise all’anno, l’incidenza annuale nella popolazione adulta risulta di circa l’1 per mille. In realtà, riguardo all’occorrenza della morte cardiaca improvvisa, mancano dati sistematici e, su questo aspetto, sarà necessario focalizzare una maggiore attenzione, anche per capire la discrepanza di alcune evidenze epidemiologiche secondo le quali nelle nazioni mediterranee potrebbe verificarsi una minore incidenza di morti improvvise. I fattori fondamentali che ostacolano la stima precisa delle morti cardiache improvvise vanno individuati nell’inconsistenza delle definizioni e nella difficoltà di...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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