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Aggressione alla placca

Ad Orlando presentati i risultati dello studio TNT. Atorvastatina mostra risultati eccezionali nei pazienti coronaropatici con livelli moderatamente elevati di colesterolo.

La cardiopatia ischemica è una malattia ad eziopatogenesi multifattoriale, in cui giocano un ruolo importante numerosi fattori di rischio; tra essi, accanto alla familiarità, al tabagismo, al diabete, all’ipertensione e all’obesità, il fattore maggiormente indagato è rappresentato dai livelli di colesterolo totale e dalle sue frazioni HDL e LDL. Diversi studi di prevenzione primaria e secondaria hanno evidenziato la capacità dei farmaci ipolipidemizzanti, appartenenti alla classe delle statine, di ridurre in maniera significativa gli eventi cardiovascolari e la mortalità coronarica. Nei principali trial di prevenzione secondaria (4S, CARE, NIH, POST CABG, LIPID) il trattamento cronico con dieta e statine ha indotto una riduzione percentuale del colesterolo totale e delle LDL rispettivamente dell’ordine del 20%, 25% e del 28% e 35% (Figura 1). Lo studio REVERSAL (Reversal Atherosclerosis with aggressive Lipid lowering) ha coinvolto, per 18 mesi, 502 pazienti cui era stata diagnosticata una coronaropatia e che, per questa ragione, erano stati sottoposti a coronarografia. I pazienti arruolati presentavano almeno un’arteria con una stenosi pari o superiore al 20% a causa della presenza di una...continua a leggere

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