Valutare l’outcome di un intervento clinico in termini di “qualità della vita percepita dal paziente” sta diventando sempre più importante e frequente in ambito sanitario: il beneficio di un trattamento medico non viene valutato soltanto attraverso i valori fisio-patologici ma anche con l’uso di vere e proprie stime di qualità della vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la qualità della vita come “…la percezione soggettiva che un individuo ha della propria posizione nella vita, nel contesto di una cultura e di un insieme di valori nei quali egli vive, anche in relazione ai propri obiettivi, aspettative, preoccupazioni. Riguarda quindi un concetto ad ampio spettro, che è modificabile in maniera complessa dalla percezione della propria salute fisica e psicologico-emotiva, dal livello di indipendenza, dalle relazioni sociali e dalla interazione con il proprio specifico contesto ambientale” (OMS, 1995). Caratteristiche essenziali della qualità della vita sono la multidimensionalità e la soggettività: focalizzare l’attenzione sulla percezione che il paziente ha della propria qualità della vita significa, per chi si prende cura di lui, sia considerare contemporaneamente diversi ambiti della vita (e non soltanto la salute fisica), sia tenere costantemente conto del punto di...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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