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SINCRO

Resincronizzazione cardiaca, vene target e qualità della vita: è ora di cambiare punto di vista?

La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) associata alla terapia medica massimale si è rivelata, negli ultimi anni, un sussidio fondamentale nella gestione dello scompenso cardiaco. Tale affermazione è profondamente vera in termini di miglioramento della qualità della vita, della capacità funzionale, della riduzione delle ospedalizzazioni e della morbilità in pazienti affetti da patologia avanzata. Questi pazienti sono soggetti ad una mortalità superiore a quella di diverse malattie oncologiche avanzate, con una qualità di vita pessima che è causa, assieme agli episodi di riesacerbazione, di un pesante carico per il nostro sistema sanitario. Quindi la qualità della vita diviene un end-point molto importante in questi pazienti, sia in termini etici che economici, come già accettato da tempo nell’ambito dello scompenso avanzato. Inoltre, l’associazione al pacing biventricolare della capacità di riconoscere e trattare aritmie minacciose mediante pacing anti tachicardico e defibrillazione (ICD) comporta una riduzione del 40% di rischio relativo di morte rispetto alla miglior terapia medica massimale. Il concetto fondamentale su cui si basa la CRT è che nello scompenso cardiaco un contributo fondamentale alla perdita dell’efficienza contrattile e del...continua a leggere

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