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Un alleato vincente

All’American Heart lo studio ALLIANCE conferma l’utilità dell’approccio aggressivo alla riduzione della colesterolemia nei pazienti ad alto rischio CV.

Numerosi studi randomizzati di ampie dimensioni, negli ultimi anni, hanno documentato la possibilità di ridurre significativamente il rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari mediante il trattamento con varie statine. In particolare, nei pazienti con coronaropatia, diabete o con molteplici fattori di rischio cardiovascolare, tali farmaci hanno permesso un’ampia riduzione della mortalità e morbilità per eventi cardiovascolari, indipendentemente dai valori più o meno elevati di colesterolo totale o LDL di partenza, ponendo le basi per un atteggiamento sempre più aggressivo nel trattamento ipocolesterolemizzante dei pazienti a maggiore rischio cardiovascolare. Mentre le linee guida del National Cholesterol Educational Program Adult Treatment Panel III (NCEP ATP-III) raccomandano livelli di colesterolo LDL inferiori ai 100 mg/dl nei pazienti coronaropatici, vari studi hanno recentemente evidenziato i possibili benefici derivanti dal raggiungimento di target ancora più ridotti di colesterolo LDL in questa classe di pazienti. Nello studio PROVE IT-TIMI 22 (PRavastatin Or AtorVastatin Evaluation and Infection Therapy – Thrombolysis In Myocardial Infarction 22), per esempio, condotto su oltre 4.000 pazienti ...continua a leggere

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