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Tracce sospette

Si può riconoscere il meccanismo delle tachicardie sopraventricolari a QRS stretti con l’ECG tradizionale. L’importanza della modalità d’innesco e d’interruzione.

Le esperienze accumulate negli ultimi anni hanno dimostrato che l’ECG di superficie consente un’accurata diagnosi differenziale delle tachicardie a QRS stretti (Tabella I), le quali hanno origine sopraventricolare. Il meccanismo di queste aritmie può essere identificato con sufficiente precisione mediante l’analisi dell’ECG; nei soggetti con tachicardia sopraventricolare, perciò, non si ricorre più allo studio elettrofisiologico endocavitario a scopo diagnostico, ma questa metodica viene impiegata solo a fini terapeutici, cioè per l’ablazione transcatetere a radiofrequenza. I princìpi su cui si basa la distinzione fra le tachicardie sopraventricolari sono elencati nella tabella II. Per esempio, le forme con R-R irregolari comprendono, oltre alla fibrillazione, il flutter e la tachicardia atriale, che possono tuttavia presentarsi anche con cicli regolari. Quando l’onda P è facilmente identificabile, un ÂP diretto in basso e a sinistra testimonia un’origine sinusale o atriale dell’aritmia, mentre un ÂP diretto in alto suggerisce che l’attivazione degli atri è caudo-craniale, ed è compatibile con una tachicardia nodale, una tachicardia da rientro A-V, una tachicardia giunzionale e anche...continua a leggere

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