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Scariche elettriche troppo costose

Al NASPE di San Francisco discussi i risultati dei defibrillatori impiantabili nei soggetti scompensati. Allargare o non allargare le indicazioni?…chi paga?

Aria frizzante a S. Francisco, in occasione del NASPE (North American Society of Pacing and Electrophysiology) tenutosi dal 19 al 22 maggio e che proprio nella bella città californiana ha compiuto 25 anni. I massimi esperti mondiali si sono confrontati, sulla base dei diversi trial relativi ai defibrillatori impiantabili (ICD), i cui risultati, a volte, sono contrastanti, con questioni economiche e, perché no, anche socio-psicologiche. Se da una parte si sente la forte spinta ad allargare le indicazioni all’impianto del defibrillatore, in prevenzione primaria, anche nel paziente non ischemico, dall’altra occorre fare i conti con i “CONTI”. In USA, infatti, il Center for Medicare and Medicaid Services ha recentemente allargato il rimborso della procedura anche agli impianti di defibrillatore in prevenzione primaria nel paziente ischemico con bassa frazione d’eiezione (≤30%), con infarto miocardico o rivascolarizzazione chirurgica miocardica da almeno 4 settimane, purchè in presenza di un QRS > 120 msec in virtù di una subanalisi del MADIT II. Probabilmente, in base ai risultati dei più recenti trial, qualche top-manager del servizio assicurativo sanitario più diffuso negli Stati Uniti dovrà passare qualche...continua a leggere

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