Da più di un decennio, la terapia farmacologica delle ipercolesterolemie si basa, in Italia e nel mondo, sull’impiego degli inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine). Questa classe di farmaci ha documentato come una riduzione del colesterolo LDL sia effettivamente associata ad una proporzionale riduzione del rischio cardiovascolare. Queste evidenze cliniche hanno portato alla preparazione di nuove Linee Guida Internazionali che enfatizzano l’importanza di ridurre, in modo spiccatamente più aggressivo, i livelli di colesterolo LDL in pazienti cardiopatici e diabetici. Il livello obiettivo di colesterolemia LDL in questi pazienti è stato abbassato, infatti, da 115 a 100 mg/dL e quello di colesterolemia totale da 190 a 175 mg/dL. La monoterapia con statine non sempre permette il raggiungimento dei livelli di colesterolo considerati ottimali e la percentuale dei pazienti in cui è stato osservato l’ottenimento dei livelli consigliati di colesterolemia oscilla in modo considerevole. Recenti analisi, condotte in Italia, hanno confermato che soltanto in una piccola percentuale di pazienti si raggiunge l’obiettivo terapeutico. In particolare, è stato condotto uno studio...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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