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Risonanza magnetica: lavori in corso

L’evoluzione delle tecnologie sta avvicinando la risonanza magnetica all’angiografia coronarica ma ancora esistono limiti importanti. 

Attualmente la metodica ‘’gold standard’’ per lo studio delle coronarie è la coronarografia. Questo esame diagnostico è invasivo, necessita di mezzo di contrasto potenzialmente nefrotossico ed espone il paziente a radiazioni ionizzanti. Numerosi strumenti diagnostici non invasivi sono stati utilizzati in alternativa alla coronarografia nella pratica clinica, senza ottenere risultati ottimali. Attualmente, la Risonanza Magnetica (RM) è di particolare interesse proprio perché non impone un approccio invasivo e non utilizza radiazioni ionizzanti. La risonanza magnetica nasce da una intuizione geniale di Lauterbur che nel 1972 si accorse che si potevano sfruttare le proprietà elettromagnetiche dei nuclei d’idrogeno (Protoni) per ottenere immagini dall’organismo. Il corpo umano è composto per il 70% circa da molecole d’acqua è quindi ad alto contenuto di atomi d’idrogeno. Il protone ha uno spin (ovvero un movimento) che genera un debole campo magnetico. Se sottoponiamo questi protoni ad un campo magnetico esterno questi tendono ad allinearsi secondo la sua direzione. L’applicazione successiva di onde radio ad elevata frequenza determina il disallineamento dei protoni dal campo magnetico che, una volta interrotta, consente...continua a leggere

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