Domanda di: A.P.
Una paziente di 16 anni, esente da cardiopatia organica, con ECG a riposo normale per l'età, si è sottoposta a test ergometrico (non eseguito presso la nostra struttura) per "tachicardia da sforzo". Durante i primi minuti di recupero sono comparsi due episodi di tachicardia a QRS stretto interpretati come flutter atriale 2:1. E' stata quindi posta indicazione ad uno studio elettrofisiologico. Non concordiamo con tale diagnosi elettrocardiografica, ponendo come alternative: 1) tachicardia da rientro AV tipo Coumel, 2) tachicardia da rientro nodale di tipo fast-slow (non comune), 3) tachicardia da rientro nodale di tipo slow-slow. Qual è la vostra opinione?
Non è un caso semplice, e si può comprendere perchè qualcuno abbia posto la diagnosi di flutter atriale. Probabilmente a suggerire questa possibilità è stato l'aspetto delle derivazioni inferiori, particolarmente della III, dove la sequenza onda T/onda P negativa/onda q dava l'illusione di due onde a denti di sega, caratteristiche di un flutter. Questo aspetto si osserva nell'ingrandimento di 2 complessi della III derivazione e in aVR. Un'analisi attenta, però, consente di rilevare che gli intervalli fra due supposte "onde F" non sono costanti, e ciò, insieme con altri elementi, che verranno messi in luce più avanti, contraddice la diagnosi di flutter atriale. Nella Figura 1 vi sono delle onde P negative a metà strada...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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