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L’interventistica coronarica mette il turbo

Oltre 70.000 procedure l’anno, ritmi di crescita vertiginosi, innovazione tecnica continua. La cardiologia invasiva è diventata grande.

Nella splendida cornice dei Magazzini del Cotone si è tenuto a Genova, dal 15 al 18 Ottobre scorso, il XXIV congresso del GISE (Gruppo Italiano Studi Emodinamici). Nel suo intervento introduttivo il presidente uscente Ciro Indolfi ha presentato alcuni dati che testimoniano il crescente ricorso a procedure interventistiche coronariche nella pratica clinica quotidiana delle unità operative di Cardiologia italiane. Tutto ciò è coerentemente in linea con quanto emerge dai dati della letteratura dai quali si evince come il trattamento precocemente invasivo delle sindromi coronariche acute si traduca in un netto miglioramento dell’outcome. Nel riepilogare le principali iniziative che hanno visto impegnata la Società, Ciro Indolfi ha poi posto l’accento sull’attività del Centro Studi del GISE che si è segnalato per la numerosità e la qualità dei trials di cui si è fatto promotore. Lo studio CARESS in AMI che pone a confronto, nel trattamento dell’infarto miocardico acuto, la terapia di combinazione (abciximab+mezza dose di fibrinolitico) con angioplastica solo “rescue” versus una strategia di combo-terapia seguita immediatamente da una PTCA “facilitata”, è già da tempo in atto in diversi centri italiani e recentemente è...continua a leggere

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