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Coated stent: primo atto con “brivido”

Presentati i dati del Registro RESEARCH subito dopo il “warning” dell’FDA riguardante alcuni casi di reocclusione sub-acuta. La restenosi ha i giorni contati?

L’introduzione dell’angioplastica coronarica ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo della terapia dell’infarto miocardico acuto. La vera spada di Damocle di questa terapia consiste nella restenosi, in altre parole, nella localizzazione a livello del vaso trattato di un nuovo processo aterosclerotico che, spesso, è anche più attivo ed insidioso di quello naturale e che può terminare nella reocclusione del vaso con conseguente sofferenza ischemica del tessuto sottostante. Per ridurre al minimo il problema della restenosi, i ricercatori hanno testato per anni svariati presidi antitrombotici, ottenendo risultati alterni. In questo ultimo anno si sono resi disponibili i cosiddetti “coated stent”, gli stent medicati con farmaci, in grado di ridurre in modo significativo, in sede di lesione, la replicazione cellulare ed i processi di sviluppo della restenosi. La Food and Drug Administration (FDA) americana ha approvato l’impiego del “CYPHER”, uno stent medicato con sirolimus, nell’aprile 2003 dopo avere accuratamente seguito e testato l’efficacia e la sicurezza di questo nuovo presidio per la cardiologia interventistica. Tuttavia, a pochi giorni dall’inizio delle sessioni scietifiche...continua a leggere

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