C’era una volta la grande editoria scientifica, quella che dava slancio alla ricerca, rendeva il dato scientifico immortale, proiettava i ricercatori nell’olimpo degli scienziati e dava sicurezza alla pratica clinica.

 

 Discussioni accese si sono articolate nei consessi più prestigiosi di tutto il mondo sulla base dei dati di letteratura pubblicati, dando risalto ed evidenza a chi, più attento e aggiornato, riusciva a snocciolare l’ultima perla di Circulation o del New England Journal of Medicine. Ci dispiace costatare che, purtroppo, sta cambiando qualcosa e non solo per l’effetto delle nuove tecnologie e di internet che hanno velocizzato enormemente la comunicazione e avvicinato paesi e culture lontanissime, ma soprattutto per il sinergismo di diversi fattori che con la scienza hanno poco a che fare. Chissà cosa avrà pensato il giovane ricercatore leggendo l’editoriale di Lancet del 25 Ottobre scorso dal titolo “La guerra delle statine: perché AstraZeneca deve ritirarsi” dove al centro della scena, di solito occupata dai più importanti progressi della scienza medica, sono giunti dati di vendita, budget promozionali e piani di marketing dell’ultima statina lanciata sul mercato americano e, addirittura, indicazioni, per non dire altro, al CEO (Chief Executive Officer) dell’azienda farmaceutica affinché non prosegua la campagna “priva di principi” della commercializzazione della nuova...continua a leggere