La terapia betabloccante, avevamo studiato ormai 30 anni or sono, è efficace nella terapia dell’ipertensione in modo che dipende - almeno in parte - dalla PRA. Essendo, infatti, una quota dell’effetto antiipertensivo esercitato dal beta-blocco dipendente dalla riduzione nella secrezione reninica, studi pionieristici avevano indicato nella valutazione della PRA un possibile metodo per predire la efficacia della terapia beta-bloccante. Ciò, quanto meno, considerandola come monoterapia. Curiosamente, dopo tanti anni di oblio alcuni ipertensivologi della Mayo Clinic sono ritornati sull’argomento, studiando quasi 400 ipertesi di età eguale o inferiore a 65 anni (152 neri, 211 bianchi), 86 dei quali (24%) non in trattamento e 277 (76%) dopo sospensione del trattamento precedentemente assunto. In tutti i pazienti è stata somministrata idroclorotiazide (n=183) oppure atenololo (n=180), seguite in entrambi i bracci...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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