Nell’ambito della cosiddetta sindrome cardiometabolica l’ipertensione arteriosa, già per se un importante fattore di rischio cardiovascolare, è strettamente associata a diabete mellito di tipo 2 e/o obesità. Il raggiungimento di un target pressorio ottimale è essenziale, pertanto, nel ridurre il rischio cardiovascolare globale nel contesto di tale sindrome. Una gestione “aggressiva” di questa classe di pazienti, però, spesso non viene intrapresa, ciò comportando uno scarso controllo dei valori tanto tensivi quanto metabolici. La prescrizione dei beta-bloccanti a tali pazienti, in particolare, continua ad essere oggetto di intenso dibattito, soprattutto a causa degli effetti metabolici indesiderati associati all’utilizzo dei beta-bloccanti convenzionali. In contrasto con ciò, i beta-bloccanti con spiccata attività vasodilatatrice hanno effetti metabolici neutri o addirittura favorevoli rispetto alle...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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