Anche a Berlino riflettori puntati sulla proteina C-reattiva. 

Sembrava il ritornello di una canzone da hit-parade, ripetuto a più riprese nei tantissimi simposi e meeting del Congresso della European Society of Cardiology. Tra i tanti interventi sui nuovi fattori di rischio o, meglio sarebbe dire, sui nuovi indicatori di rischio cardiovascolare, sicuramente bisogna segnalare quello di Paul Ridker, della Harvard Medical School di Brigham negli Stati Uniti nonché Direttore del Centro di Prevenzione Cardiovascolare del Women’s Hospital della stessa città, eletto lo scorso anno tra i 10 migliori ricercatori americani. “Oltre la metà degli eventi cardiovascolari” ha detto Ridker, “colpiscono uomini e donne che non presentano alti livelli di colesterolemia. Nel United States Women’s Health Study, per esempio, il 77% degli eventi vascolari hanno coinvolto donne con livelli di colesterolo LDL inferiori a 160 mg/dl. Nel 46% dei casi, poi, le donne colpite avevano LDL-c inferiore a 130 mg/dl, ossia assolutamente in linea con le linee guida NCEP-ATP III (National Cholesterol Education Program-Adult Treatment Protocol III). Queste evidenze vanno incrociate con i risultati delle ricerche riguardanti i mediatori dell’infiammazione ed il ruolo critico che essi giocano nell’evoluzione dell’aterosclerosi e nei processi di rottura di placca.continua a leggere