Questa è la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori europei coordinati dal Prof. John JV McMurray, del British Heart Foundation Cardiovascular Research Centre, dell’Università di Glasgow. Partendo dal presupposto che le concentrazioni nel sangue e nei tessuti del coenzima Q10, agente di riduzione ossidativa che agisce nella catena di produzione energetica nei mitocondri, sono diminuite con l’utilizzo delle statine, i ricercatori hanno voluto valutare se tale condizione potesse influenzare negativamente la prognosi nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca. 1.191 pazienti affetti da insufficienza cardiaca sistolica di origine ischemica, arruolati nello studio CORONA (Controlled Rosuvastatin Multinational Study in Heart Failure), sono stati sottoposti a dosaggio del coenzima Q10 nel siero e quindi seguiti nel tempo valutandone gli outcome clinici....continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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