Secondo uno studio del dott. Ripatti dell’Università di Helsinki, Finlandia i fattori genomici possono essere utilizzati come predittore individuale di rischio di malattia coronarica (CHD) in presenza di fattori di rischio convenzionali. Sulla base dell'identificazione di 13 varianti genomiche associate con aumentato rischio di CHD o infarto miocardico o entrambi, i ricercatori si sono proposti di analizzare un possibile legame tra queste varianti genomiche ed il primo evento coronarico. Utilizzando 3.829 partecipanti con CHD reclutati da 7 coorti e 48.897 soggetti controllo, li hanno classificati mediante uno score di rischio genetico in quintili, Ripatti e colleghi hanno rilevato un rischio aumentato di 1,66 volte di CHD nel quintile più alto rispetto a quello inferiore dopo aggiustamenti per fattori di rischio. Nel frattempo, hanno eseguito uno studio prospettico arruolando 30.725 partecipanti liberi da malattia. Dopo un...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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