Sebbene il ruolo centrale della riduzione del colesterolo LDL mantenga una posizione centrale nella strategia preventiva delle malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica che più spesso affligge i pazienti diabetici di tipo II e gli obesi “addominali” è quella caratterizzata da bassi livelli di colesterolo HDL e da ipertrigliceridemia. Considerando i numeri che l’epidemiologia sottopone alla nostra attenzione, il fenomeno di questa sindrome metabolica potrebbe costituire una problematica molto comune nella pratica clinica quotidiana. Secondo le più recenti rilevazioni dell’organizzazione mondiale della sanità entro il 2010 ci saranno più di 300 milioni di diabetici di tipo II, di cui l’80% con complicanze cardiovascolari connesse con l’aterosclerosi. “È vitale”, ha affermato Gorge Steiner del Toronto General Hospital, in Canada, durante il 6° congresso internazionale “Global Risk” della Fondazione Lorenzini, tenutosi a Firenze dal 12 al 15 Maggio, “ridurre il rischio cardiovascolare dei pazienti diabetici di tipo II secondo precise strategie terapeutiche che consentano di colpire i fattori maggiormente implicati nell’evoluzione delle complicanze cardiovascolari. La classe dei fibrati ha...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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