Sulla base di una sostanziale variabilità della frequenza cardiaca massima, raggiungibile ad un test ergometrico tra individui della stessa età, e della consuetudine di considerare come criterio per l'adeguata valutazione della performance fisica il raggiungimento del 85% della FCTM, il dott. Mohit Jain della Yale University School of Medicine di New Haven e i suoi colleghi hanno ipotizzato e dimostrato che questo metodo può sottovalutare la capacità di esercizio di un paziente e la corretta valutazione di ischemia inducibile. In questo interessante studio, mediante un’analisi retrospettiva dei dati clinici, sono stati reclutati 183 soggetti, tutti con test da sforzo positivo per ischemia miocardica per sintomi e segni elettrocardiografici. Sono stati calcolati i MET e la massima depressione ST (considerando come positiva >1mm) raggiunti all’85% della FCTM e al picco di esercizio. Dai...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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