Come ampiamente divulgato dalla stampa, la popolazione dell’Aquila ha maturato un rapporto di rispetto ed odio nei confronti del terremoto che, come ho già scritto sulle colonne di CardioLink, ha devastato il centro città e reso non agibile pressoché tutte le strutture universitarie e/o ospedaliere. Quasi tutti i cittadini, in particolare, lo chiamano comunemente “il mostro".Ciò, a mio avviso, non solo ad indicarne inconsciamente la sua gratuita violenza – tanto costantemente quanto minacciosamente presente nella vita quotidiana della città – ma anche ai fini della sua “personalizzazione”. La denominazione di “mostro” vuole indicare la pazienza con cui il sisma, proprio come farebbe un assassino seriale oppure un killer, si annida nascostamente nella vita quotidiana, pronto puntualmente a dare segno di sé con qualche “piccola” scossa allorquando una famiglia, una scuola oppure un negoziante sono tornati a dormire a casa, a fare esami, a vendere scarpe. Ciò impedisce subdolamente ogni “vero” ritorno alla normalità. Volete “provare per credere”? In questo contesto, a tre mesi esatti dal sisma, molte cose positive sono però successe. L’ospedale San Salvatore è stato riaperto, almeno per un quarto di quanto era operativo in precedenza. Grazie a questa minima riapertura, hanno riaperto le medicine interne – ove si è stabilita tra noi universitari ed i nostri grandi amici ospedalieri, capitanati dal vulcanico...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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