Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i colleghi coordinati da J. Arcand del Mount Sinai Hospital di Toronto. È ben noto che la dieta del paziente con insufficienza cardiaca deve essere povera di sodio, tuttavia non vi sono evidenze scientifiche sulla giusta quantità di sodio per questa popolazione. Partendo da tale presupposto i ricercatori hanno valutato l'ipotesi che l'assunzione di elevate quantità di sodio provoca una instabilizzazione clinica del paziente con insufficienza cardiaca. Gli outcome secondari comprendevano tutte le cause di ospedalizzazione e mortalità. Nello studio sono stati arruolati 123 pazienti con insufficienza cardiaca clinicamente stabile e li hanno seguiti per 3 anni. Hanno quindi diviso i pazienti in 3 gruppi in base all’assunzione di sodio: un gruppo con ridotta assunzione di sodio (1,4 ± 0,3 g/die), un gruppo con assunzione intemedia (2,4 ± 0,3 g/die) e un gruppo ad alta assunzione (3,8...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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