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Olmesartan riduce lo spessore della placca aterosclerotica
Fonte: Congresso SIC 2010.

Oramai si tende sempre di più a cercare di prevenire il danno d’organo quando è ancora ad un livello subclinico, in modo da evitare future complicazioni; l'utilità di fare ciò è stata confermata dallo studio ELSA (European Lacidipine Study on Atherosclerosis) che ha dimostrato che i pazienti con un minore rimodellamento dei piccoli vasi hanno una migliore sopravvivenza e che c'è una correlazione netta tra spessore intimale e numero di eventi cardiovascolari. E' fondamentale, allora, trovare dei farmaci che vadano ad agire proprio su questo fattore; a questo proposito nello studio VIOS (Vascular Improvement with Olmesartan medoxomil Study) è stato affrontato il problema dell’ispessimento delle piccole arterie: è stato eseguito un prelievo bioptico al basale, dopodichè i pazienti sono stati randomizzati ad assumere olmesartan o atenololo per un...continua a leggere

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