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Il trattamento precoce con beta bloccanti per via orale in pazienti sottoposti a PCI primaria migliora la mortalità intraospedaliera?
Fonte: American Heart Association Scientific Session 2010, Chicago.

Sembra incredibile… ma la domanda è quella di uno studio presentato all’ultimo Congresso AHA 2010 nella sessione “what’s new in the treatment of patients with acute coronary sindrome”. Lo studio, ha coinvolto 1.400 pazienti sottoposti a PCI entro 24 ore dall’ammissione in ospedale per sindrome coronarica acuta, divisi in due gruppi: Gruppo A (gruppo beta bloccante precoce) di 403 pazienti ed il gruppo B (no beta bloccante) i restanti 997. Ebbene, la mortalità intraospedaliera è stata dell’1% nel gruppo A vs il 5.9% del gruppo B (p=0.0001). L’uso dei beta bloccanti si è dimostrato essere un predittore indipendente di mortalità in questo tipo di pazienti, insieme all’età, il picco enzimatico (creatin-kinasi), la classe Killip 3 e 4. In effetti, ripensando alla domanda dello studio, è certamente vero che i beta bloccanti sono in classe IA nel trattamento precoce dell’infarto...continua a leggere

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