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IL FATTORE K

E il potassio lo vogliamo dimenticare? L’effetto “protettivo” della torasemide sulla potassiemia. 

Il buon clinico usa il diuretico dell’ansa soprattutto per ottenere un’efficace deplezione idrosalina. Tuttavia, è evidente anche come il mantenimento di un buon equilibrio nella escrezione di potassio sia altrettanto fondamentale. In particolare, infatti, il mantenimento di un corretto equilibrio tra introito ed escrezione del potassio consente di evitare l’eccessiva riduzione della potassiemia e, quindi, l’insorgenza di un sintomo estremamente fastidioso come l’astenia e l’induzione, assai più preoccupante, di aritmie tanto sopraventricolari che ventricolari, in questo caso anche potenzialmente letali. Oltre a ciò, del tutto recentemente, si è acceso un intenso dibattito relativo al ruolo dell’ipopotassiemia indotta dai diuretici nei confronti della comparsa di nuovi casi di diabete mellito di tipo 2. Questo non soltanto nel paziente iperteso e, quindi, nel più comune caso del diuretico tiazidico, bensì anche nel caso dello scompenso cardiaco e, quindi, nell’uso preferenziale del diuretico dell’ansa. In tale contesto, torasemide ha dimostrato, rispetto a furosemide, di possedere un’efficacia diuretica e sodiuretica superiore, manifestando però simultaneamente un effetto significativamente minore sulla kaliuresi (Figura 1). continua a leggere

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