Uno dei principali obiettivi della terapia farmacologica nello scompenso cardiaco, oltre ovviamente quello di ridurre la mortalità e la necessità di ricovero, è il miglioramento della qualità della vita, della tolleranza allo sforzo e la riduzione dei sintomi. La maggior parte dei sintomi dello scompenso cardiaco, talvolta disabilitanti, sono collegati alla ritenzione idrica, con conseguente congestione periferica e polmonare. In presenza di segni e sintomi di ritenzione idrica come la dispnea, gli edemi declivi o il turgore giugulare fino all’edema polmonare acuto, l’utilizzo della terapia diuretica, anche a dosaggi elevati, risulta essere indispensabile così come indicato dalle linee guida internazionali. Si deve sottolineare come lo scompenso cardiaco sin dalle prime fasi di sviluppo sia legato all’intensa attivazione di sistemi neuro-ormonali come il RAAS, il sistema nervoso simpatico adrenergico e, nelle fasi più avanzate, la cascata infiammatoria citochino-mediata. Tutti questi sistemi inducono una potente ritenzione idrica così come una significativa riduzione dell’escrezione renale di sodio. Per tali ragioni, risulta di facile comprensione il motivo del largo utilizzo dei diuretici sia in terapia cronica che in fase acuta dello scompenso cardiaco. Si deve...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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