Nel trattamento delle malattie cardiovascolari l’impiego di farmaci che inibiscono il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) rappresenta una strategia di largo impiego, applicabile ad un numero elevato di pazienti e condizioni cliniche ad elevato rischio. In particolare, la dimostrazione di una frequente associazione tra l’attivazione tissutale di tale sistema e lo sviluppo di complicanze cardiache, vascolari, cerebrali e renali ha suggerito la possibilità che un blocco farmacologico dei meccanismi che ne promuovono l’attivazione potesse tradursi in un’efficacia clinica pressoché “universale”. Questa, peraltro, può essere desunta solo dalla sintesi dei diversi studi d’intervento condotti, nel corso degli ultimi 20 anni, con l’impiego di farmaci chimicamente diversi, dotati di meccanismo d’azione differenziato nei confronti del RAAS (blocco ACE o dei recettori dell’angiotensina II) e utilizzati in accordo con svariati disegni sperimentali. Tutto ciò ha condizionato una frammentazione delle informazioni circa l’interpretazione dei risultati clinici che si è spesso...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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