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LASCIA O RADDOPPIA

Il dosaggio delle statine non si raddoppia quasi mai sia per il limitato beneficio addizionale, sia per gli effetti collaterali. 

Elevate con­cen­tra­zio­ni plasmatiche del co­le­ste­rolo-LDL (C-LDL) so­no associate ad un aumentato ri­schio di pa­­tologie car­dio­va­sco­lari. Le statine, ridu­cendo il C-LDL, tra­mi­te ini­bi­zione del­la sintesi epatica ed aumento dell’espressione dei recettori per le LDL, sono i farmaci d’ele­zio­ne nel controllo del­­le iper­cole­sterolemie: ne­­­gli stu­di clinici con­dotti con statine, la si­gni­fi­cativa ri­du­zio­ne del C-LDL cor­rela con quella al­trettanto si­gnificativa del ri­schio cardiovascolare. Alla luce di questi ri­sultati, le Linee Gui­da Internazionali (ATPIII, ESC, EASD) en­fa­tiz­za­no l’importanza di di­mi­nuzioni mirate del C-LDL, in funzione del rischio del paziente. Tali riduzioni, spesso superiori al 50%, sono difficilmente ottenibili nella pratica clinica (so­­lo dal 40% dei trat­tati nello studio Rea­li­ty) con dosi con­ven­zio­nali di statina. Le mo­tivazioni di questo fal­limento terapeutico so­­no svariate, tra cui scar­sa adesione al trat­­tamento, regime dietetico e stile di vita scorretti, errata posologia, terapie concomitanti, fat­tori genetici (polimorfismi di CYP3A4, ABCB1, apoE, HMG-CoA riduttasi, FDFT1, PCSK9, SREBP,...continua a leggere

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ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS

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