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Rischio trombotico vs rischio emorragico: quali prospettive?
Fonte: Conoscere e Curare il Cuore 2011, Firenze.

A Conoscere e Curare il Cuore Gaetano De Ferrari, del Dipartimento di Cardiologia del Policlinico San Matteo di Pavia, ha parlato di instabilizzazione della placca che conduce ad angina instabile ed infarto acuto. Lo studio PROVE IT ha ridotto del 16% le recidive di riacutizzazione lasciando un messaggio chiaro: l'86% dei soggetti è scoperto dalla protezione CV. Quindi c'è spazio per fare di più. Ticlopidina e clopidogrel, da una parte, e aspirina dall'altra sono i presidi più usati. Di recente, prasugrel, ha dimostrato una maggiore forza nella riduzione degli eventi, pagando un maggior rischio di emorragia pari ad una incidenza di 3 bleeding gravi ogni 1000 soggetti trattati. Purtroppo la ricerca in questo campo indica che a maggiore riduzione di eventi corrisponde un maggior rischio di emorragie. All'aumento della potenza antitrombotica corrisponde un maggior rischio emorragico con una curva di correlazione fatta a U. Tra poco avremo 2 nuove opportunità: Ticagrelor, che non è un profarmaco e agisce sull'inibizione piastrinica fornendo una potente attività antitrombotica. Lo studio PLATO ha dimostrato una maggior forza vs prasugrel e vs clopidogrel. Il vantaggio di ticagrelor è la breve emivita che consente di non avere molti sanguinamenti per by pass. Una classe nuova è quella degli inibitori dei recettori della trombina, proteina che trasforma il fibrinogeno in fibrina. Ma la trombina si...continua a leggere

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