Da tempo, si enfatizza il ruolo dello scompenso cardiaco come patologia prognosticamente più negativa di quanto si pensi comunemente, sia per la qualità che la quantità di vita. In perfetto accordo con ciò, un’interessantissima analisi all’interno dello studio CIBIS II ha investigato i risvolti relativi alla qualità di vita in un sottogruppo di pazienti (n=340, di cui solo 265 però effettivamente valutabili, in quanto 75 pazienti non hanno restituito i questionari compilati, dopo 6 mesi di follow up). Gli autori, in particolare, hanno valutato lo stato fisico generale, lo stato mentale ed il ruolo sociale, con particolare riferimento ad aspetti semplici, ma cruciali nella vita di un individuo: come va al lavoro, che relazioni sociali hai, come è l’attività sessuale, quanti giorni sei costretto a letto dalla malattia oppure puoi fare meno rispetto a quello che vorresti...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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