La mancata compliance al trattamento antipertensivo è spesso la causa del mancato controllo pressorio. Si può e si deve fare di più! 

L’ipertensione arteriosa è il fattore di rischio più importante per lo sviluppo e la progressione delle malattie cardiovascolari. La persistenza di valori pressori elevati si associa, infatti, ad un incremento di frequenza di eventi coronarici, ictus cerebrale, scompenso cardiaco e arteriopatia periferica: in questo senso l’ipertensione arteriosa rappresenta una delle cause più rilevanti di morte1. Numerosi studi clinici hanno evidenziato che la riduzione dei valori pressori ottenibile con il trattamento, farmacologico e non farmacologico, si associa ad una significativa riduzione del rischio di eventi2. La protezione nei confronti di questi ultimi viene massimizzata riducendo la pressione a valori <140/90 mmHg3. Il trattamento antipertensivo permette di ottenere, in tutti i pazienti, risultati favorevoli, indipendentemente dall’età, dal sesso e dalla razza4; ciò rende assolutamente necessario trattare tutti gli ipertesi, ricercando un controllo ottimale dei valori pressori. Nonostante questi concetti siano universalmente condivisi e ufficialmente ribaditi nelle linee guida delle più autorevoli Società Scientifiche sia europee che americane, nella pratica clinica ...continua a leggere