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Quando la scelta non è banale!

Gli ACE-inibitori nell’insufficienza cardiaca possono fare la differenza ma, anche all’interno della stessa classe, esistono peculiarità importanti.

La terapia dell’insufficienza cardiaca ha lo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente e la prognosi nel lungo termine. In questo ambito, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’Angiotensina (ACE) soddisfano pienamente questi due obiettivi. Gli ACE-inibitori hanno più volte dimostrato di essere i farmaci di prima scelta nell’insufficienza cardiaca indipendentemente dal grado di gravità. In questa classe di molecole è nota da tempo l’efficacia clinica di perindopril. La resistenza allo sforzo risulta aumentata fin dal primo mese e continua a migliorare nel corso del trattamento. Perindopril, in pazienti in stadio II, III e IV NYHA, è in grado di migliorare significativamente la severità dell’insufficienza cardiaca di almeno una classe in soli 3 mesi di trattamento. Il miglioramento della sintomatologia, della classe NYHA e degli altri parametri obiettivi rimane costante dopo oltre 2 anni, con un effetto minimo sulla pressione arteriosa (PA) e sulla funzione renale. L’effetto sulla PA è fondamentale all’inizio della terapia, che può essere caratterizzata da ipotensioni che possono causare ipoperfusioni cardiache e cerebrali, pericolose specie nel paziente anziano. Gli ACE-inibitori,...continua a leggere

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