La terapia ipolipidemizzante combinata non è stata frequentemente utilizzata in passato, soprattutto a causa della scarsa conoscenza circa possibili interazioni farmacologiche e conseguenti effetti collaterali. Il suo impiego è stato quasi esclusivamente riservato al trattamento di quei pazienti refrattari alla monoterapia (in genere con statine) o in casi severi di iperlipidemie genetiche. Recentemente, grazie all’aumento delle conoscenze nelle interazioni tra farmaci ed alla scoperta di nuove molecole, la terapia combinata sta assumendo un ruolo sempre più determinante. Inoltre, sebbene quattro studi condotti con dosaggi elevati di statine abbiano confermato la validità dell’approccio ipolipidemizzante aggressivo in pazienti a rischio cardiovascolare, (PROVE-IT, A-to-Z, TNT, IDEAL), si evince anche come tali dosaggi siano associati ad aumenti degli enzimi epatici, del rischio di miopatie e della mortalità non cardiovascolare, suggerendo come una terapia combinata sia potenzialmente più favorevole. Alla luce delle considerazioni associate alle numerose evidenze epidemiologiche che correlano i livelli di colesterolo plasmatico LDL con la percentuale di colesterolo assorbito nell’intestino, l’assorbimento del colesterolo ...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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