Ora, sembra un tema per pochi intimi... E forse siamo tutti d'accordo su questo.. Tuttavia, è un tema affascinante e che fa meditare, sia in termini clinici che fisiopatologici, visto che più di qualche volta chi vi scrive si è trovato davanti a pazienti con end stage renal desease. Ho trovato questo ennesimo e bellissimo state of the art paper molto interessante e, quindi, anche se per sommi capi, ve lo segnalo. Nella popolazione affetta da insufficienza renale cronica severa o in trattamento dialitico, l'incidenza di fibrillazione atriale è da 10 a 20 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Questa è spesso conseguenza di un quadro ischemico cardiaco o degenerativo a carico di una o più valvole cardiache (a loro volta dovute ad una rapida degenerazione dovuta ad una alterazione del metabolismo del calcio), alla presenza di severa ipertrofia cardiaca ed, inoltre, da non dimenticare, all'intima correlazione che lo stato di insufficienza renale cronica severa ha con l'ipertensione arteriosa. Spesso, tali pazienti, hanno disionie che facilitano l'insorgenza di aritmie sopraventricolari (di cui la fibrillazione atriale è la più comune), hanno un quadro disregolativo della bilancia simpato-vagale ed una modulazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone che provoca molto più facilmente l'insorgenza di fibrillazione atriale. Per tali ragioni il binomio IRC terminale e fibrillazione...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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