L’ipertensione arteriosa rappresenta una condizione tipicamente associata alla presenza di una serie complessa di fattori di rischio i quali, presentandosi nello stesso soggetto secondo diverse possibili combinazioni, contribuiscono a definirne il profilo di rischio globale. Numerose evidenze accumulate nel corso degli ultimi 10 anni hanno dimostrato come l’entità del rischio CV risulti strettamente correlata all’attivazione di meccanismi con valenza fisiopatologica quali il sistema renina-angiotensina-aldosterone, la cui attivazione a livello plasmatico-tissutale risulta in grado di agire sia come fattore di rischio indipendente sia amplificando l’entità del rischio CV associato a condizioni quali l’ipertensione e l’ipercolesterolemia. Nella maggior parte degli studi clinici controllati, così come nella pratica clinica quotidiana, è stato possibile raggiungere un soddisfacente controllo dei valori pressori in una minoranza dei pazienti trattati in monoterapia. Si è così sviluppato un crescente interesse verso l’utilizzo di terapie di combinazione anche nelle fasi iniziali del trattamento antipertensivo, in cui la disponibilità di associazioni di farmaci con meccanismi di azione differenti ha permesso un...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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