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Un freno ad ipertensione e danno d’organo

Riflettori su olmesartan, per un controllo dell’ipertensione che rallenti anche i fattori pro-infiammatori ed il danno d’organo. Partito lo studio ROADMAP. 

L’ipertensione arteriosa rappresenta il più importante fattore di rischio coinvolto nell’insorgenza di patologie cardiovascolari. Un suo corretto approccio terapeutico deve mirare non solo a ridurre i valori pressori, ma anche a controllare il danno d’organo. Le più recenti linee guida internazionali indicano questa strada e invitano a rivolgere una maggiore attenzione al “rischio globale”. Secondo l’OMS, circa 150 milioni di persone soffrono di diabete mellito in tutto il mondo ed entro il 2025 questo numero verosimilmente raddoppierà. Tra questa popolazione, il tipo 2 rappresenta circa il 95% dei casi. Iperglicemia ed ipertensione arteriosa sono insieme la causa più frequente di complicanze legate al danno d’organo, come spesso si osserva a livello renale con l’insorgenza di proteinuria. La microalbuminuria è il segno più precoce di danno renale. Un consistente numero di prove fa ritenere che questa condizione implichi un aumentato rischio cardiovascolare. Molti studi sono stati effettuati e altri studi sono in preparazione per valutare se la somministrazione precoce di olmesartan medoxomil, nuovo ed interessante bloccante del recettore dell’angiotensina II per il trattamento...continua a leggere

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