Nella valutazione generale di un paziente, l’elettrocardiogramma (ECG) aveva in passato e continua ad avere anche oggi, nonostante lo sviluppo di metodologie diagnostiche più sofisticate, un’importanza centrale. A maggior ragione, nel percorso diagnostico di un paziente cardiopatico, o che presenta sintomi riferibili all’apparato cardiovascolare, la sua importanza è indubbia. Inoltre, per la fugacità di alcuni sintomi cardiovascolari (è il caso del cardiopalmo o del dolore toracico) spesso, al momento dell’osservazione medica, il paziente è del tutto asintomatico e l’esame obiettivo, così come l’ECG, possono risultare del tutto normali. Al contrario, in presenza di sintomi, è a volte difficile stabilire se si tratti di sintomi aspecifici o di una sofferenza ischemica del miocardio; in entrambi i casi l’ECG eseguito in quel momento influenza notevolmente l’orientamento diagnostico. Purtroppo, in una guardia medica o nei centri di primo soccorso dove, molto spesso, non c’è un elettrocardiografo né, naturalmente, un Cardiologo con cui confrontarsi, il Medico, nel dubbio di una cardiopatia, invia il paziente in Pronto Soccorso con evidenti svantaggi in termini di tempo perso e, di conseguenza, servizio reso....continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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