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Scompenso Cardiaco: quali farmaci, a che dosaggio?

Alcuni sono indispensabili, altri utili solo in certe condizioni. Come districarsi tra le evidenze sperimentali e la pratica clinica? 

Il miglioramento delle cure nella fase acuta della cardiopatia ischemica ed il prolungamento della vita media rappresentano due delle principali cause che hanno determinato l’aumento esponenziale del numero dei pazienti con scompenso cardiaco. Sono molte le terapie che si sono dimostrate efficaci, in studi clinici controllati, nella riduzione della mortalità e nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti con scompenso cardiaco. Al fine di verificare quali siano effettivamente i farmaci indispensabili, possiamo suddividerli in tre gruppi: nel primo metteremo quelli utili solo in determinate condizioni ma che non hanno evidenziato un effetto positivo sulla sopravvivenza (nitroderivati e diuretici dell’ansa), nel secondo inseriremo quelli che, invece, hanno evidenziato effetti positivi sulla sopravvivenza (ACE-inibitori, inibitori del recettore AT1 dell’angiotensina II, ß-bloccanti e diuretici risparmiatori di potassio). Il terzo ed ultimo gruppo è rappresentato dalla “mitica” digitale. Partiamo proprio dalla digitale. Rimane immutata la sua importanza nelle forme con fibrillazione atriale quale mezzo per modulare la frequenza cardiaca. Nei pazienti in ritmo sinusale, invece,...continua a leggere

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