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CREEK: la crebroelettrocardiografia

Superiore all’ECG tradizionale, consente di processare un’enorme quantità d’informazioni provenienti dal miocardio. 

Due persone possiedono ciascuna due Euro. Il primo ha due monete da 1 Euro, mentre il secondo ha tre monete da 50 centesimi, una da 20, una da 10, tre da 5, una da 2 e tre da 1. A pari valore finale corrisponde una composizione diversa ed una composizione differente può significare caratteristiche o possibilità diverse. Così la seconda persona dell’esempio non potrà prendere un carrello del supermercato per avere il quale occorra infilare una moneta da un Euro nella feritoia. La crebroelettrocardiografia consente di trasformare l’ECG dal dominio dei tempi a quello delle frequenze, dandoci la possibilità di osservarne la composizione in un tracciato. La nuova espressione grafica della funzione cardiaca è caratterizzata da deflessioni così come si vede nella figura 1, e ogni ECG analizzato in questa maniera fornisce risultati diversi per morfologia delle curve. Che questi tracciati siano una rappresentazione oggettiva dell’attività cardiaca è un fatto incontrovertibile. Altra cosa è, invece, la loro interpretazione. Allora la domanda è: che cosa significano queste curve? E poi, ammesso che le curve abbiano un significato, qual è la loro rilevanza clinica? I tracciati crebroelettrocardiografici sono ricavati matematicamente da un ECG...continua a leggere

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