Questa è la conclusione a cui sono giunti i ricercatori del IRCCS San Raffaele di Roma coordinati dal dott. Volterrani. Partendo dal presupposto che i pazienti con scompenso cardiaco hanno una ridotta capacità di esercizio e dal riscontro che l'effetto benefico dei beta bloccanti sulla prognosi non è accompagnato dallo stesso impatto sulla capacità di esercizio e sulla qualità di vita, i ricercatori hanno valutato nel CARVIVA HF trial l'effetto della riduzione della frequenza cardiaca con il carvedilolo, con l'ivabradina e con la loro combinazione sulla capacità di esercizio nei pazienti con scompenso cardiaco. Dopo una fase di run-in i pazienti sono stati assegnati in modo casuale a 3 gruppi: carvedilolo fino a 25 mg bid (n=38), ivabradina fino a 7,5 mg bid (n=41) e carvedilolo / ivabradina fino a 12.5/7.5 mg bid (n=42). La dose massima del trattamento in studio era più...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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