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SCOMPENSO CARDIACO E INSUFFICIENZA RENALE: QUALE RUOLO PER I ΒETA BLOCCANTI?

Nella pratica clinica reale, i pazienti nefropatici con scompenso cardiaco hanno minori probabilità di ricevere beta bloccanti rispetto ai pazienti con normale funzione renale. Solo “timidezza prescrittiva” o c’è altro?

Cuore e rene sono indissolubilmente legati nel mantenimento dell’omeostasi idrosalina. Le relazioni tra questi due organi “nobili”, in particolare, si estrinsecano influenzando a (e venendo influenzati da) vari livelli, includenti il sistema nervoso simpatico (SNS) ed una moltitudine di sistemi endocrini quali ad esempio quello renina-angiotensina-aldosterone (RAAS). Pertanto, una disfunzione/malfunzione di uno dei due organi e/o di uno dei “livelli” sopradescritti contribuirà giocoforza alla disfunzione/malfunzione di tutto l’insieme. In tale contesto, per una popolazione sempre più anziana come quella italiana, in cui gli interventi di prevenzione pre-primaria sono purtroppo assai modesti e su base per lo più volontaristica, l’incremento nel tempo nella prevalenza dei comuni fattori di rischio cardio-cerebro-vasculo-renale quali l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito di tipo 2, l’obesità centrale, le dislipidemie ed il fumo di sigaretta, contribuisce inesorabilmente all’aumento dell’incidenza di insufficienza cardiaca, malattia coronarica su base aterosclerotica, malattia renale cronica, etc..
Nella pratica clinica quotidiana, pertanto, è ormai frequentissimo il trovarsi di fronte a pazienti...continua a leggere

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