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Prevenzione della fibrillazione atriale: una scelta di peso!

Lo studio ERAFT traccia la strategia di gestione farmacologica dei pazienti aritmici. Attenzione al peso ponderale del paziente. 

Tra tutti i disturbi del ritmo cardiaco riscontrabili in clinica cardiologica, la fibrillazione atriale (FA) è senza alcun dubbio il più frequente, rappresentando almeno un terzo dei casi di ricovero ospedaliero per aritmia. Il quadro tipico di totale desincronizzazione dell’attività elettrica atriale e, quindi, della perdita del contributo atriale al riempimento ventricolare, si coniuga spesso con una elevata variabilità della risposta ventricolare media che conduce ad un deterioramento della gittata cardiaca e ad un rischio 7 volte più elevato di ictus e almeno doppio di eventi cardiovascolari. I pazienti con FA possono essere asintomatici o, più frequentemente, lamentare palpitazioni, irregolarità del ritmo cardiaco, vertigini, dolore toracico, ansia e dispnea che compaiono con frequenza variabile ed in modo più o meno intenso. Generalmente, si definiscono parossistici gli episodi di FA con remissione spontanea, mentre si considerano persistenti o permanenti gli episodi aritmici che richiedono un intervento esterno quale, per esempio, la cardioversione elettrica o farmacologica per ripristinare il ritmo sinusale. I soggetti con fibrillazione parossistica sintomatica costituiscono una ampia porzione dei pazienti con FA che spesso ...continua a leggere

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