Non esiste alcuna differenza significativa, in termini di sopravvivenza alla dimissione, per i pazienti colpiti da ACRi (Arresto Cardio Respiratorio improvviso) extraospedaliero, trattati con CPR (rianimazione cardiopolmonare) e precoce analisi del ritmo (eseguita dopo un minimo di 30 ed un massimo di 60 secondi di CPR) e quelli trattati con analisi tardiva (effettuata dopo 180 secondi di CPR). Queste sono le conclusioni a cui sono giunti il dott. Ian G. Stiell ed i suoi colleghi che si sono proposti di confrontare le due tempistiche di analisi del ritmo. I ricercatori, nel loro studio, hanno incluso 9.933 pazienti, 5.290 trattati con analisi del ritmo precoce (gruppo EARLY) e 4.643 con un'analisi più tardiva (gruppo LATE). Tra questi, 273 pazienti (5,9%) nel gruppo LATE e 310 pazienti (5,9%) del gruppo EARLY hanno presentato (end point primario) un soddisfacente stato funzionale (punteggio della scala di...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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