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GIOCHIAMOCI IL CARICO... PRIMA!

In prima fila all’ACC di Orlando, l’impiego di atorvastatina a dosi piene, prima della PCI, per ridurre gli eventi peri-procedurali.

Nell’ambito dei lavori dell’i2 Summit dell’American College of Cardiology 2009 Scientific Sessions, tenutosi lo scorso Marzo ad Orlando in Florida, sono stati presentati 2 nuovi studi italiani che confermano l’efficacia del pretrattamento con statine in pazienti che devono essere sottoposti a procedure di rivascolarizzazione miocardica percutanea. Gli interventi di rivascolarizzazione coronarica percutanea (PCI) con impianto di stent sono complicati nel 5-40% dei casi da un incremento degli enzimi di miocardiocitolisi (creatin chinasi [CK-MB] e troponina). Questa complicanza, nella maggior parte dei casi, è benigna e decorre in modo asintomatico. Tuttavia, molti studi hanno dimostrato che anche minimi incrementi degli enzimi cardiaci post-PCI si associano ad un maggior rischio di eventi cardiaci maggiori al follow-up. Più in particolare, è stato osservato che valori di CK-MB 3, 5, e 8 volte superiori al limite di normalità (ULN) sono associati ad un incremento della mortalità a lungo termine, con un rischio relativo rispettivamente di 1.84, 2.2 e 5.91. Attualmente, le linee guida dell’American College of Cardiology e dell’American Heart Association considerano clinicamente rilevante l’incremento dei valori di CK-MB di almeno 3 volte. Diversi fattori sono coinvolti...continua a leggere

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